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55 km - Dislivello 350mt

Tappa 06

Sorrento -

Napoli

Giovedì 11  Maggio 2023 55km Dislivello 350mt
Tappa adatta a: Principianti

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SORRENTO

Fondazione e storia

Dal latino Surrentum, potrebbe derivare dalla forma greca Συρρεντόν, Syrrentón, dal verbo συρρέω, syrréo, “confluisco”, in riferimento alle acque che scendono dalle strette valli nelle vicinanze: quindi “confluenza delle acque”.

sede vescovile dal 420, durante la crisi del dominio bizantino in Italia, acquistò autonomia come ducato. In seguito fu assorbito nel nuovo Regno dei Normanni, nel 1137, e poi delle due Sicilie.

In tavola

Tra i prodotti enogastronomici tipici del territorio vi sono la delizia al limone, dolce creato dal pasticciere sorrentino Carmine Marzuillo (1978) e il limoncello, liquore ottenuto dalle bucce del famoso limone di Sorrento IGP con alcool, acqua e zucchero.

Vini

I vitigni che rientrano nella composizione ampelografica delle tipologie di vino della denominazione Penisola Sorrentina DOC sono: Aglianico, Biancolella, Falanghina, Greco, Piedirosso e Sciascinoso e creano vini come il Sorrento, il Lettere e il Gragnano.

Napoli

Panoramica

Napoli è una delle città più popolose d’Italia e ad oggi conta circa un milione di abitanti.

Fin dall’Antichità è stata una città multiculturale, meta ambita da tante popolazioni che si sono avvicendate nel corso dei secoli e ne hanno via via plasmato l’aspetto e la cultura. Passeggiare nel cuore della città antica è un po’ come ripercorrere le diverse tappe della sua storia. Infatti, tra i lunghi e caratteristici vicoli, le architetture delle chiese e antichi palazzi nobiliari, sono evidenti tante stratificazioni che testimoniano di diverse influenze storico-artistiche. Non a caso nel 1995 il Centro storico di Napoli è stato dichiarato dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità”.

Tra le strade più famose del centro da percorrere vi è sicuramente Spaccanapoli, una lunga arteria che, vista dall’alto della collina del Vomero, sembra dividere in due il centro antico e poi via San Gregorio Armeno nota per le antiche botteghe artigiane di arte presepiale. Non può mancare una tappa al Duomo dove la cappella del tesoro di S. Gennaro è considerata uno dei capolavori del barocco.

Gastronomia

Se c’è una specialità che immediatamente viene associata alla gastronomia partenopea, questa è sicuramente la pizza. La più nota e classica variante “margherita” con basilico, pomodoro e fior di latte è ormai affiancata dalle nuove e più sofisticate varianti “gourmet” condite con gli ingredienti più disparati in grado di accontentare tutti i palati.  A Napoli la pizza è una cosa seria, quando si parla dell’attività dei pizzaioli si parla di “arte”. E come tale non si improvvisa ma è fatta di procedure e gesti ben precisi che si tramandano di bottega in bottega. Non a caso nel 2017 l’arte dei pizzaioli napoletani è stata dichiarata “patrimonio immateriale dell’umanità”. È stato dunque riconosciuto il forte valore culturale e identitario della pizza che è considerata come marchio di “napoletanità”.

Ma il turista che viene in città, volendo assaggiare i prodotti della tradizione ha solo l’imbarazzo della scelta. Un altro prodotto tipico è il cosiddetto “casatiello” una torta rustica, impastata con pepe e sugna, ripiena di salumi, uova e formaggi. Si prepara in occasione della Pasqua ed è immancabile nelle classiche gite fuori porta di Pasquetta.

In realtà, anche la pasticceria napoletana è variegata. Non può, infatti, mancare una tappa in una delle tante pasticcerie per assaggiare i dolci tipici come il celebre babà, nella sua variante classica con rhum o con l’aggiunta di panna, crema o cioccolato; oppure le sfogliatelle nella duplice variante a forma di conchiglia detta “riccia”, fatta con pasta sfoglia oppure la versione tonda in pasta frolla. Da provare sono anche le versioni “gelato” che ripropongono i gusti di questi dolci tanto amati ma in versione decisamente estiva.

Bevande

Il caffè è sicuramente uno dei simboli della città di Napoli. Apprezzata per la sua virtù rinvigorente è, in realtà, molto più di una semplice bevanda. Offrire un caffè o semplicemente berlo in compagnia ha un valore simbolico, è un atto di cortesia, un gesto di amicizia. Il caffè è un pretesto per accorciare le distanze e iniziare una conversazione.

A Napoli vi è l’usanza del caffè sospeso. Quando si consuma al bar ne viene pagato uno in più che resta “in sospeso” per un futuro avventore che ne farà richiesta. In questo modo il caffè viene offerto anche a chi non può permetterselo.

Sebbene sia apprezzato in tutte le sue varianti, il modo più tradizionale per prepararlo è l’utilizzo della cosiddetta “cuccuma”, la tipica caffettiera napoletana. È composta da due contenitori sovrapposti, uno si riempie  con il caffè e l’altro con l’acqua. Quando questa arriva ad ebollizione, bisogna capovolgere  la caffettiera in modo che l’acqua possa filtrare attraverso la polvere di caffè. Durante questo procedimento è buona abitudine coprire il beccuccio della caffettiera con un “coppetiello”  ossia un conetto di carta in modo tale da non far disperdere l’aroma del caffè. Ce lo insegna Eduardo de Filippo nella celebre commedia Questi fantasmi.

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