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58,1 km - Dislivello 600mt

Tappa 03

Paola -

Scalea

(Riviera dei Cedri)

Giovedì 12  Maggio 2022 58,1km Dislivello 600mt
Tappa adatta a: Neofiti

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info turistiche

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PAOLA

Panoramica

Non ci sono notizie certe sull’origine di Paola, ma di certo sono assai remote. Tante sono le tesi, spesso confuse, in merito alla nascita e all’etimologia del nome della città. Di certo l’attuale Paola ricadeva, tra il IV e il III secolo a.C. nel territorio di influenza della città Clampetia. Quest’ultima, coinvolta nella seconda guerra punica, al termine del conflitto perse l’autonomia, divenendo, per secoli, parte integrante dell’Impero Romano. Probabilmente il nome “Paola” deriva dal console Lucio Emilio Paolo, che nella città stabilì la propria residenza. Alla separazione del vecchio impero, Paola ricadde sotto l’influenza bizantina per circa seicento anni, fino all’arrivo dei Normanni, intorno all’anno 1000. Questi costruirono il Castello di Paola nel 1110. Nel XIII secolo il territorio cadde nelle mani degli Aragonesi, i quali la proclamarono “città” verso la fine del ‘400. In questo periodo la città si legò indissolubilmente con la storia di S. Francesco di Paola, il monaco eremita e fondatore dell’Ordine dei Minimi. Tra il 1436 e il 1452 venne costruito il primo nucleo di ciò che divenne in seguito il Santuario. I fasti della città durarono fino al 1555, quando Paola fu presa d’assedio dai Turchi che la saccheggiarono e la incendiarono, prendendo di mira anche il Santuario costruito anni prima. All’inizio dell’800 la storia si ripete. Paola fu nuovamente saccheggiata e incendiata, questa volta dai Francesi, che si accanirono soprattutto contro il Santuario. Gli ordini religiosi vennero soppressi e tutti i beni confiscati. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, Paola divenne parte del Regno Borbonico delle due Sicilie. Successivamente Paola si distinse per la sua grande partecipazione nelle vicende garibaldine. Dalla città partirono infatti i generali Bixio e Medici per raggiungere Garibaldi a Napoli.

Gastronomia

Terra piena di sapori la Calabria: 800 chilometri di costa si accompagnano ad altopiani e montagne. Da questi dati geografici è facile intuire come i prodotti tipici calabresi, e quindi paolani, siano variegati e diversi fra loro, e siano capaci di raccontare un territorio incredibile. Grande attenzione ovviamente per i salumi: dalla più famosa ‘nduja alla soppressata, la Calabria regala prodotti di altissima qualità e dal sapore sempre molto deciso, merito molto spesso per l’uso sapiente del peperoncino nei salumi come nei prodotti caseari. Le polpette di melanzane sono in Calabria una delle ricette tipiche, amate in tutte le stagioni, fatte con melanzane a km 0. In Calabria la stagione estiva porta con sé, oltre al caldo misto al vento che profuma di mare, una grande abbondanza di prodotti dell’orto. Verdure e ortaggi crescono in fretta e i calabresi, fin dall’antichità, hanno trovato il giusto compromesso per non sprecarli e per conservare il loro sapore autentico e genuino per tutto l’anno, conciliando così il bisogno di alimentarsi con i prodotti genuini anche in inverno, quando la terra da meno frutti per via della stagione fredda. Già con l’arrivo di luglio inizia la stagione delle conserve fatte in casa per cui, moltissime famiglie calabresi, preparano le proprie scorte per l’inverno, producendo una grande quantità di provviste, all’interno dei vasetti di vetro utilizzati per conservare preparazioni diverse, che verranno custoditi in dispensa per essere utilizzati all’occorrenza.

Il Natale è periodo di feste e tradizioni e per la vigilia dell’Immacolata nella provincia di Cosenza si preparano i “cuddrurieddri”, sfiziose ciambelline fritte realizzate con un impasto a base di patate.

Vino e bevande

Le principali zone vitivinicole della Calabria sono il Cosentino, il Lametino, il Cirotano e la Locride. L’area del Cosentino, posizionata a nord della regione a confine con la Basilicata, è la zona di produzione più estesa, dove la viticoltura ha recuperato le colline nelle alture tra 500/700 metri. Negli ultimi anni è stato rivalutato il vitigno più diffuso, il Magliocco Canino, che si esprime in un vino ricco di colore, con struttura potente e profumi incisivi di mora e spezie nelle Colline del Crati, minori concentrazioni cromatiche e ottimo equilibrio nella Valle dell’Esaro. Sempre in questa zona si producono anche vini rosati leggeri, inoltre, vigneti che raggiungono gli 800 danno vini bianchi eleganti e profumati, freschi e da bere giovani, a base di Greco Bianco e Guarnaccia, usati in purezza o in uvaggi. Lungo il corso dei Savuto, confine naturale della provincia di Cosenza verso sud e territorio delle denominazioni Savuto DOC e Lamezia DOC, all’onnipresente Magliocco dolce si affiancano il Gaglioppo, il Greco Nero e l’Aglianico nella piccola Scavigna DOC, mentre per i bianchi si stanno diffondendo Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca, Chardonnay e Treminer Aromatico.

SCALEA

Informazioni Turistiche

Erede della città greco-lucana Laos e della romana Lavinium, Scalea è una delle città più antiche della Calabria. Dalle ampie spiagge e dal mare limpidissimo si risale per le vie pittoresche che si inerpicano nel suggestivo borgo antico dall’architettura tipicamente medievale. Scalea è adagiata su una collina a gradoni dominata dai ruderi del Castello Normanno e si caratterizza per i suoi vicoletti stretti e tortuosi, le gradinate in pietra viva ed i palazzi storici. Sul litorale è presente la scogliera dell’Ajnella, ricca di grotte e piccole baie, mentre la spiaggia si estende per chilometri verso sud ed è interrotta solo dall’imponente scoglio su cui si erge Torre Talao.

Scalea oggi è un rinomato centro turistico sviluppatasi a margine della lunga spiaggia che ogni estate attira migliaia di turisti da tutte le parti del mondo. Il mare cristallino e le belle spiagge, insieme alla ricca offerta di strutture ricettive e complessi residenziali, hanno contribuito a renderlo un luogo di villeggiatura molto popolare.

Posta nella parte nord-occidentale della Calabria, Scalea si trova al centro della Riviera dei Cedri. Un lembo di terra che si estende per circa trenta chilometri lungo il Mar Tirreno e addentrandosi poi verso le montagne del Parco Nazionale del Pollino, rappresentando, di fatto, la porta ovest del Parco Nazionale più grande d’Europa. Il territorio comprende località marine come Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro, Diamante e Tortora, ma anche caratteristici paesini collinari e montani tra cui Orsomarso, Santa Domenica Talao, Verbicaro, Buonvicino, Aieta e Papasidero.

La Riviera prende il nome dalla tipica coltivazione locale, appunto il Cedro, da cui proviene quasi tutta la produzione italiana. Durante i mesi estivi le piantagioni si riempiono di rabbini che affluiscono in Riviera per scegliere i frutti da utilizzare per le celebrazioni della sukkot, uno degli eventi religiosi più importanti dell’anno per gli ebrei di tutto il mondo.

I fondali del Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri”, tra cui spiccano quelli intorno all’Isola di Dino e di Capo Scalea, sono ravvivati da flora e fauna coloratissime, ma basta percorrere pochissimi chilometri dalla costa del Mar Tirreno verso l’entroterra per ritrovarsi immersi in uno scenario differente, quello del Parco Nazionale del Pollino, con torrenti che attraversano boschi selvaggi formando gole, rapide e cascate. 

La storia millenaria, testimoniata da tracce preistoriche ancora visibili, ha regalato alla Riviera dei Cedri perle d’arte che dai graffiti paleolitici della Grotta del Romito a Papasidero, passando per i piccoli tesori di parchi archeologici, palazzi rinascimentali e torri medievali sparsi un po’ ovunque sul territorio.

Gastronomia

La tradizione gastronomica della città di Scalea si basa su ricette semplici, piatti poveri, tramandati di generazione in generazione, spesso rivisitati in chiave moderna ma sempre rispettando l’utilizzo della materia prima locale.

Una cultura marinara semplice che incontra quella contadina in un luogo in cui il mare e la montagna si incontrano a pochi passi.

Elemento principe della cucina scaleota è il pesce azzurro: dalle alici marinate a quelle ripiene, fino alla rosamarina.

Immancabile nei menù dei ristoranti e delle trattorie lo spaghetto alla scaleota condito con alici, salsa di pomodoro e pane raffermo croccante passato nel peperone rosso e arricchito dal peperoncino picante mentretra i secondi piatti spicca il baccalà fritto accompagnato dai peperoni “abbrusculati”, seccati al sole estivo e poi fritti per pochissimi secondi nell’olio bollente per dare croccantezza.

Tra i primi piatti a base di carne, imperdibili i fusilli al ragù fatto con carne mista di maiale, vitello e con la classica braciola o il più deciso ragù di carne di capra.

Sempre per la parte contadina un posto importante è rappresentato da salumi di maiale e formaggi ovini e caprini soprattutto. E ancora tanti contorni, dai classici sott’oli di melenzane, zucchine e pomodori secchi, a quelli freschi come i “pip’e patan’”, peperoni e patate stufate in padella dal gusto davvero unico.

Molto interessanti le rivisitazioni di primi piatti tipici della cucina italiana come la carbonara trasformata nella versione “marinara” e l’utilizzo nella cucina locale del Tartufo di Santa Domenica Talao.

I dolci rispecchiano più di tutto la semplicità della gastronomia locale: i fichi secchi, le crocette, le rose di natale, le pizzàtole di Pasqua e poi tutte le varie preparazioni al cedro sapientemente proposte dai pasticceri della zona.

Sulla tavola degli scaleoti non può mancare il vino di Verbicaro o di Buonvicino e come digestivi i classici liquori di cedro e limoncello.

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