Chi pedala il primo dell’anno pedala tutto l’anno. Dunque, fuori la bici, nonostante la nebbiolina della Bassa, le strade umide, il freddo pungente. Non adagiamoci sull’elettrico: batteria non caricata del tutto. Sfidiamola. Interrogo la app Ebikemotion che si connette via bluetooth con la mia Bianchi Aria e-road. Mi dice che siamo al 70 per cento. Va bene, non devo scalare il Mortirolo. Voglio solo fare girare le gambe e, appunto, fare un’uscita benaugurante, o meglio, propiziatoria, per l’anno appena cominciato.
Un pelo di pianura, come riscaldamento, poi comincia il mangiabevi tipico della collina e in questo caso dell’Oltrepò. Una terra vocata al ciclismo, con panorami che non hanno niente da invidiare al Chiantishire, tanta vigna, nessuna salita eclatante ma molti strappi perfetto per fare la gamba e realizzare buoni allenamenti cardio. A questo proposito, l’obiettivo di giornata è tenere i battiti entro i 150-155. Mi sarà d’ausilio il motore, che in questo “lavoro” è perfetto. Comincio con l’assistenza minima, la gamba gira bella sciolta. Il percorso lo conosco molto bene: 35 chilometri, 650 metri di dislivello positivo. Rassicurante ma comunque impegnativo il giusto. Sulla lunga salita per Montalto passo, in alcuni punti, al livello di assistenza due, per tenere le pulsazioni in soglia. Salgo veloce, grazie al motore. Più veloce, naturalmente, di quando perfettamente allenato salgo con la bici muscolare. L’impressione di fatica è molto minore, ma è una scelta: non voglio affaticare il cuore, perché la stagione è lunga e desidero fare le cose con calma.
Un scioltezza fino a Montalto, poi, sugli strappi verso la Madonna del vento, passo al livello 3 e ci sta, pendenza a due cifre, e proprio lì la Bianchi mi segnala che siamo al di sotto del 50 per cento di batteria residua. Niente paura, ce n’è d’avanzo. Durante la salita sono sbucato fuori dalla foschia e ora mi godo il panorama con un bel cielo terso. Con la bici la fatica (quasi sempre) vale il viaggio.
L’aria freschina mi riporta subito in sella. Saliscendi, con assistenza numero due, poi la “picchiata” in valle passando per Molino Cella. Pianura, le gambe rispondono bene, regolo la velocità con il cardiofrequenzimetro, in questo caso non aiutato dal motore, che a 25 chilometri orari stacca.