Quando la vita è in discesa, è un tutt’altro andare. Così oggi, tappa numero 8 del Giro-E 2021, si parte dalla bella Vinchiaturo senza fare alcuna fatica. Tra l’altro, questo comune della provincia di Campobasso, in Molise, antica città sannita, nonostante le antichissimi origini è all’avanguardia, avendo da poco installato cinque colonnine di ricarica elettrica Enel X con 10 postazioni.
Tornando dalla tappa, ancora una giornata di bel tempo e un bel percorso, impreziosito dalla lunga salita alla Bocca della Selva, categoria 2, 19 chilometri al 4,6 per cento medio: come dire, lunga e inesorabile. Altrettanto lunga, ma anzi di più, la discesa, apparentemente infinita, fino a Castelvenere, dove la strada ha ricominciato a salire verso l’arrivo a Guardia Sanframondi, vera salita di giornata, categoria 4, molto più breve ma anche secca, 3,9 al 6,9 per cento medio con punte all’11. Una strigliata per i muscoli delle gambe, giunti al traguardo dopo 75 chilometri e mezzo e 1500 metri di dislivello positivo. Niente di impossibile, ma un bell’Appennino in purezza, che il motore stempera, certo, ma fino a un certo punto. In fondo, la tappa giusta in vista di quella di domani, che torna a essere a quattro stelle. Intanto, dopo avere tagliato l’arco del Giro d’Italia, falangina e cauzon per tutti, perché il ciclismo è uno sport antico e non bisogna perdere le vecchie e buone tradizioni.
Nessun personaggio del giorno, oggi. Il ricordo della grinta di Moser basta a riempire il vuoto. Com’era bello vederlo pedalare, ieri, a presa bassa, tutta grinta, quasi che il motore non ci fosse. Dispiace dire che uomini così non ne fanno più: è una frase fatta, ma è anche vera.