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Giro-E Tappa numero 2

17/02/2022

Il panorama era bello: tante risaie, e tante risaie. Giro-E tappa numero 2, calma piatta. 62 chilometri, 50 metri di dislivello positivo. Solo una stella nella scala dell’impegno. Ma bella, come sempre quando si parla di bici, perché ciclismo è stare assieme. Anche perché poco o nulla è l’azione del motore in pianura, bisogna darsi da fare con le gambe: a 25 chilometri orari il motore stacca e tocca ai muscoli.

L’uomo del giorno del Giro-E è Moreno Torricelli, classe 1970, ex terzino della Juventus, con la quale ha vinto tre Campionati, due Coppe Italia e due Supercoppe, oltre a una UEFA e una Champions League. Oggi, l’impresa l’ha fatta in bici, partecipando con il team Randstad eCycling.

Qual è il tuo rapporto con la bici?

“Vivo in Val d’Aosta, uso la mountain bike. Mi piace più andare in fuoristrada che su asfalto. I miei 20-25 chilometri me li faccio”.

Una volta al mese, alla settimana, al giorno?

Al mese. Un’attività molto tranquilla.

Sei di quelli sportivi che, terminata l’attività agonistica, mollano il colpo?

Sì. Ho le ginocchia abbastanza usurate: qualsiasi cosa faccia, soffro per una settimana. Mi limito alle partite di beneficenza.

Ti piace il Giro d’Italia?

Molto. Adoro le tappe di fatica, di montagna, quelle che ti fanno innamorare della bici. Lo Zoncolan quest’anno sarà una mega tappa. Mi piace vedere i grandi campioni impegnati sulle grandi salite.

Perché allora hai scelto una tappa di pianura? Dove, peraltro, si fa più fatica che in salita?

Perché non sapevo che fosse così!

Com’è andata?

Bene. Solo un po’ male al fondoschiena, per la mancanza di abitudine.

Il team Randstad, con il quale disputi la tappa di oggi, ha un bel progetto: “Allenarsi per il futuro”. L’obiettivo è orientare i giovani al loro futuro attraverso la metafora dello sport: passione, impegno, responsabilità e allenamento sono i principali valori trasmessi dai testimonial di Randstad agli studenti.

Lo sport riesce a trasmettere ancora i suoi valori ai giovani, oggi?

Sì. Io sono cresciuto con il calcio, per me è stata una scuola di vita: ti fa stare in compagnia, cresci con gli amici condividendo i valori dello sport, la vittoria ma anche la sconfitta. Questo è un grandissimo insegnamento che ti dà lo sport.

Da quando non giochi più tu, il calcio è migliorato o peggiorato?

È sempre uno sport bellissimo. È cambiato come è cambiato il mondo, ma i valori sono sempre quelli e i grandi giocatori sono sempre grandi.

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