Parliamone. Di solito i numeri non mentono, ma due stelle per la tappa numero 18 del Giro-E non ci trovano totalmente d’accordo e, soprattutto, non riflettono la realtà. Questa frazione di 86 chilometri, quasi la metà della tappa dei professionisti, ne prende la porzione migliore, cioè la seconda, e a una prima parte pianeggiante che, nel caso dei ciclisti elettrici, parte da Casalpusterlengo, affianca un finale mosso come le bollicine che si producono in questa terra di vini buoni.
Facile solo all’apparenza, la Casalpusterlengo-Stradella potrà difficilmente offrire qualche sorpresa ai professionisti, ma senza alcun dubbio sorprenderà positivamente i partecipanti del Giro-E, perché gli ultimi 35 chilometri sono tutto un su e giù, strade strette con poca pianura. Ci sono strappi abbastanza impegnativi, ma soprattutto discese molto tecniche, da affrontare con grande cautela. È l’Oltrepò pavese, bellezza. Amato e percorso dai ciclisti locali ma molto anche dai milanesi.
Prima, però, due parole sulla città di partenza.
Il borgo di Casalpusterlengo, di antica origine, nel XIV secolo appartenne ai Pusterla, da cui il nome, ai quali successero i Lampugnani (1450), i marchesi Castelli (1665-1695) e infine i Trivulzio. Del castello, eretto dai Pusterla, rimane una torre merlata, a due corpi sovrapposti, recentemente restaurata. Attivo fu il ruolo di Casalpusterlengo in epoca napoleonica; qui, tra l’altro, Napoleone Bonaparte soggiornò in occasione della battaglia di Lodi del 1796. Dal 1976 si fregia del titolo di città. Da vedere la Torre Pusterla, la Chiesa di San Bartolomeo e Martino, il Teatro Comunale Carlo Rossi, Palazzo Lampugnani, Villa Biancardi Vistarini in Zorlesco e il Santuario della Madonna dei Cappuccini. Casalpusterlengo ha numerosi percorse ciclopedonali che uniscono la città con i suoi quartieri, le frazioni con il territorio limitrofo. Sul fronte della sostenibilità, è da tempo impegnato nel rinnovo del parco mezzi della Polizia Locale, con l’acquisto di auto ibride e a metano e biciclette elettriche. È famosa per la produzione del Gorgonzola di Croce, della torta di Casale e degli Stangheti, tipici ravioli di zucca.
Il buon cibo ci introduce all’Oltrepò, nella fattispecie ai dintorni di Broni e Stradella, dove si svolge la porzione finale di questa tappa. La salita più dura è Castana, categoria 4, cinque chilometri con punte all’11 per cento. Ma è il profilo irregolare dell’altimetria, i continui strappi, a dare la cifra a questa tappa dalle due anime: la prima, quella della pianura, e la seconda, questo spicchio di appennino appuntito.
Oggi hanno pedalato persone importanti. Importanti per quello che hanno fatto. C’è Gianni Bugno, due volte campione del mondo, che torna al Giro-E dopo esserci stato già nel 2019; viene nel trentesimo anno del suo primo titolo iridato, a Stoccarda. “Una bella passeggiata che ha un suo perché”, ha commentato il campione. Si riferisce al fatto che in questa tappa ha pedalato anche il cosiddetto Paziente 1, Mattia Maestri, il manager lombardo a cui per primo, il 20 febbraio 2020, è stato diagnosticato il virus Covid -19. Se doveva esserci ripartenza, c’è stata; o perlomeno, il Giro-E ha fatto la sua parte”.