Alchemici scenari oggi per il Giro-E, che ritrova slancio dopo il secondo giorno di riposo e ritrova le montagne importanti. Tappa a quattro stelle di questo Giro elettrico, la terza e ultima. Solo 56,7 chilometri, ma, 1200 chilometri di dislivello positivo, che si traducono o riducono (ma è riduttivo dire così) in un’unica salita, quella che conduce a Sega di Ala, luogo di arrivo della tappa partita da Trento, direttamente sul percorso Giro.
Questo traguardo è inedito per la Corsa Rosa e si trova dopo un’ascesa finale di circa 11 chilometri, per un migliaio di metri di dislivello positivo (1.098 metri, per la precisione) e mai un attimo per respirare. I primi 9,5 chilometri della salita sono praticamente sempre sopra il 10 per cento, con punte prolungate attorno al 15 per cento e una pendenza massima che tocca sfiora il 18 per cento. Alta montagna. E benedetti siano i motori delle biciclette.
Prima, da Trento, un percorso tutto sommato pianeggiante lungo la riva destra dell’Adige, fino allo sforzo, unico, intenso, per salire a Sega di Ala. Come descriverlo? Una lunga attesa buzzatiana (l’autore de Il deserto dei Tartari è stato, tra l’altro, uno dei più brillanti cronisti italiani di ciclismo di sempre) fino all’esplosione della battaglia, ovevro una salita come questa, che per un amatore può ben essere una delle prove della sua vita ciclistica. Abbiamo tanto, e giustamente, decantato lo Zoncolan, ma una salita come questa non ha nulla da invidiare alle erte più blasonate e famose.