Chi ha scommesso su questa tappa ha le gambe buone. Perché oggi il Giro-E Enel è partito da Saint-Vincent ed è approdato a Champoluc: in pratica, tolti i dieci chilometri iniziali, una unica, lunga salita. Altre scommesse meglio non averle fatte, anche se la tentazione, con il famoso casinò nei pressi, era alta.
Saint-Vincent, dal territorio vocato allo sport, è amica del ciclismo. È stata 31 volte città di tappa del Giro d’Italia (è al primo posto tra le località non capoluogo di provincia come sedi più ricorrenti nella storia della Corsa Rosa), di cui ha ospitato la Grande Partenza nel 1978 e il Grande Arrivo nel 1987. È invece all’esordio colme città di partenza del Giro-E.
Da provare le Terme, da vedere il Col de Joux, valico alpino che separa la Val d’Ayas da Saint-Vincent, il Castello di Ussel e quello di Fénis, il più visitato della Valle d’Aosta, con le sue mura merlate, i camminamenti di guardia, le torri e gli affreschi, ma anche l’Osservatorio Astronomico di Saint-Barthélemy. A tavola, Fontina, Jambon de Bosses e il Vallée d’Aoste Lard d’Arnad, che rappresentano l’eccellenza della tradizione casearia e salumiera della regione. Da assaggiare la mela Renetta, non fosse altro per lo splendido nome.
La tappa Saint-Vincent - Champoluc
Qualche dato. Tre settimane di evento, per il Giro-E Enel 2025. Sei tappe cadauna. Più chilometri percorsi nella prima, meno nella seconda e meno ancora nella terza (saranno 300 scarsi). Ma l’altimetria, costante nelle prime due settimane (5mila metri di dislivello positivo a settimana), nella terza quasi raddoppia: 9.150 metri.
È questo il biglietto da visita della tappa di oggi e di quella di domani. E mentre i campioni del Giro si giocheranno la Maglia Rosa scalando Col Tzecore, Col Saint-Pantaléon, Col de Joux e, domani, Colle delle Finestre e Sestriere, i fortunati partecipanti si godranno due giornate in sella che definire magnifiche è riduttivo.
La tappa di oggi, numero 16, di chilometri 46,8 per 1.850 metri di dislivello positivo, si è aparta con un circuito attorno a Saint-Vincent di circa dieci chilometri, affrontando la salita di Champ de Vigne prima di immettersi sul tracciato della tappa numero 19 del Giro d’Italia, che ha portato al traguardo di Champoluc. L’Asperità con la a maiuscola di giornata è il Col de Joux; 15 chilometri al 6,9 per cento medio con punte del 12 per cento, una salita che non dà la possibilità di respirare. Quella finale di Antagnod, che accompagna verso il traguardo (ultimi cinque chilometri in discesa), appare poi come una minore cosa: 9,5 chilometri al 4,5 per cento medio, seppure con punte dell’11 per cento.
Insomma, uno spicchio del Tappone Alpino del Giro 108, nel quale i pro avranno salito un mostruoso totale di 5mila metri di dislivello in un’unica giornata. Senza motore, poveri loro.