Il Mortirolo più duro di quello dei pro. Della serie: non farsi mancare niente. Il Giro-E Enel oggi ha offerto ai partecipanti della tappa numero 14 una delizia, si fa per dire, di salita: il Mortirolo. Ma dal versante più duro, scartato perfino dai colleghi professionisti del Giro. Quindi tappa tosta, perciò indimenticabile. Ancor più dal momento che, oggi, al Giro-E hanno pedalato Indurain e Chiappucci, protagonisti, sul Mortirolo, di una delle giornate più belle del ciclismo di tutti i tempi: 5 giugno 1994, Giro d’Italia, tappa 15 Merano-Aprica; dopo lo Stelvio, Marco Pantani va in fuga sul Mortirolo e stacca tutti (Indurain, Bugno, Chiappucci), Indurain lo raggiunge in discesa, poi Marco scatta ancora sull’erta di Santa Cristina e all’Aprica vince con 2’52” su Chiappucci e 3’30” su Indurain. Quel giorno nasce il mito del Pirata.
Tornando con i piedi per terra, oggi il Giro-E è partito da Tirano, come l’anno scorso. Un comune amico della bicicletta, e non solo perché ha ospitato tante volte il Giro (l’ultima come traguardo di tappa nel 2011, come sede di partenza nel 2015). Qui si può pedalare, su strada con la bici da corsa o sugli sterrati con una gravel o una mountain bike. Poi si stacca il biglietto del Trenino Rosso del Bernina e si parte per una gita a Saint Moritz, dove il bello, un po’ come sempre, ma questa volta in particolare, sta nel viaggio e non nella destinazione. Perché questa tratta su rotaia, che dalla Valtellina percorre la Val Poschiavo e infine arriva in Engadina, offre paesaggi degni davvero di un quadro; non per niente è iscritta dal 2008, assieme alla tratta dell’Albula, nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. La partenza è nel centro di Tirano, Valtellina, esattamente come il via della frazione di oggi del Giro-E Enel.
Sita nel cuore delle Alpi, al confine tra Italia e Svizzera, Tirano offre storia, arte e natura. Qui c’è il più importante esempio di Rinascimento valtellinese, l’imponente Basilica della Madonna di Tirano. Come detto, tante le possibilità per escursioni in bicicletta e passeggiate, tra i vigneti a terrazze e le suggestive frazioni. Se c’è il motore, si può scalare pure il Mortirolo. Appunto.