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Dove vanno le città?

31/01/2022

Tanti sono i nodi della mobilità del futuro (trasporto su gomma, carburanti pulita e via dicendo), ma certo quello della mobilità urbana è il più difficile da sciogliere. Non si fa che parlare di biciclette, monopattini, piste ciclabili. E poi ti trovi con città (esempio: Milano) intasate di traffico molto più che in epoca pre-Covid, a causa del minore utilizzo dei mezzi urbani, e con biciclette e monopattini che scorrazzano sui marciapiedi, evitando (loro) il traffico ma rischiando di investire gli incolpevoli pedoni. Apparentemente, un cul-de-sac.
Gli amministratori delle città più illuminate a livello internazionale si stanno interrogando su come risolvere questi problemi. All’ultima EICMA sono stati assegnati gli Urban Award per la mobilità sostenibile ideati da Ludovica Casellati, direttrice di Viagginbici.com. A vincere la città di Genova, che si è aggiudicata una nuova flotta di e-bike offerta da Bergamont (Gruppo SCOTT) e Bosch eBike Systems, associate a Confindustria ANCMA. Ogni anno, questo premio è conferito ai migliori progetti legati alla bicicletta realizzati dalle amministrazioni comunali sul territorio nazionale.
Il capoluogo ligure si è aggiudicato il primo premio grazie al progetto Smart Move, che comprende 40 misure per la mobilità sostenibile messe in campo durante l’emergenza sanitaria. Sono già 67,8 i chilometri di bike lane e piste ciclabili completati, assieme alle 50 nuove aree per la sosta di biciclette localizzate principalmente in Centro Storico e alle due velostazioni presso le stazioni ferroviarie. È stato incentivato il bike sharing, sono stati individuati percorsi di bicibus e pedibus ed è stata promossa la circolazione di micromobilità elettrica su strada.

Secondo e terzo premio a Rosà (Vi) e Siena. Il comune di Rosà in provincia di Vicenza intende creare una Bicipolitana per incrementare la mobilità “Bike to work” e “Bike to school”, coinvolgendo i Comuni limitrofi. Il progetto vuole anche consentire di raggiungere in tutta sicurezza uffici, zone industrializzate e centri sportivi. Da Siena il progetto per un nuovo itinerario cicloturistico che porti alla scoperta del territorio sulle due ruote. Una menzione speciale è andata all’innovativo mezzo ideato dal comune di Segrate: il primo Ciclobus d’Italia. Si tratta di un bus a pedali sul quale i ragazzi salgono e pedalando assieme arrivano a scuola. Il mezzo va prenotato e si ferma a stazioni precise, chi non trova posto può seguirlo con la propria bici.
Intanto, a Parigi, la sindaca Anne Hidalgo porta avanti il suo progetto di trasformare la capitale francese in una città al 100 per 100 ciclabile entro il 2024, quando si terranno le Olimpiadi. I due modelli a cui si ispira sono Amsterdam e Copenaghen. Entro la fine del 2021 il limite di velocità scenderà a 30 km/h in tutta la città e il programma di una “micromobilità dolce” prosegue. Porterà la capitale ad accogliere sempre più bici, monopattini elettrici, segway e sempre meno macchine. “Voglio che Parigi diventi la capitale mondiale della bicicletta”, ha promesso ai parigini, che l’hanno premiata con un gradimento altissimo e bipartisan, visto che la sua politica in tema di mobilità piace sia a destra sia a sinistra. La strategia: creare una situazione di disagio per gli automobilisti affinché lascino l’auto a casa. In occasione del primo lockdown da Covid, ha trasformato in via sperimentale 50 chilometri di strada riservata alle auto in piste ciclabili temporanee, e a fine maggio li ha resi permanenti, annunciando che avrebbe creato altri dieci chilometri di piste.

I francesi la chiamano “vélorution”, la rivoluzione della bicicletta (vélo). Risultato: numero di ciclisti in crescita vertiginosa, sempre meno auto in città e grande consenso per la sindaca. Amsterdam e Copenaghen, ha detto, “lo hanno dimostrato: diventare una città al cento per cento ciclabile non è una questione di cultura, ma di volontà politica”. Non vuole eliminare il traffico, ma quei mezzi che sono di passaggio nella capitale e che oggi rappresentano tra i 40 e il 60 per cento del traffico totale. Esattamente come in città italiane quali Milano, ci sono zone attraversate quotidianamente da qualcosa come 180 mila auto, un numero dieci volte superiore rispetto alla quantità di auto dei residenti.
Invece, a Milano un candidato sindaco “importante” alle ultime elezioni ha proposto l’abolizione dell’Area B e in Italia, in generale, la gente si lamenta appena una norma cambia lo status quo. Bisogna cambiare prima di tutto la testa: a Parigi, il decisionismo della Hidalgo è piaciuto al punto che si è appena candidata per l’Eliseo in occasione delle Presidenziali 2022. Con l’obiettivo di vincere, naturalmente.

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