Finalmente la pedalata assistita piace anche al ciclista puro. Abbiamo provato una e-bike sulle strade del Giro d’Italia, rincorrendo le imprese dei campioni
Da piccolo seguivo le imprese di Moser e Saronni lungo le strade del Giro e mi immaginavo poi a pedalare al loro fianco mentre, in spiaggia, spingevo una biglia di plastica ormai opaca, mezza arancio e mezza trasparente, lungo una pista di sabbia, tra curve e saliscendi continui.
E dopo quarant’anni incredibilmente quel sogno si è avverato.
Moser e Saronni non ci sono stati e in realtà i veri campioni su due ruote li ho solo anticipati di qualche ora, ma tanto mi è bastato per riuscire a capire cosa si prova ad essere parte della Corsa Rosa.
Siamo partiti da Stresa, nella penultima tappa del Giro-E, 80 km e 1.942 metri di dislivello per raggiungere il traguardo all’Alpe di Mera. Coincidenza vuole che a guidare la nostra squadra (RCS Sport) ci fosse proprio il nipote di Francesco, quel Moreno Moser che fino a due anni fa il Giro lo correva veramente. Mentre salivo gli ultimi dieci chilometri verso l’arrivo, dove la strada si impenna con una pendenza media del 10% e punte al 14%, mi sono davvero sentito parte dellagrande carovana. Fatica vera. E tifosi veri. Già posizionati da ore in attesa dei loro campioni e con la voglia di urlare e incitare. Mentre passavo, con testa bassa e una smorfia di fatica sul viso, ho sentito distintamente le parole di qualcuno che mi ha gridato “dai, schiaccia quel pulsante!”. Ma io il pulsante lo avevo già schiacciato! Ho affrontato la tappa di giornata in sella alla mia Aria e-Road, e-bike di Bianchi (…)
Leggi l’articolo completo a cura di Dario Marchini sul numero di luglio/agosto di Cyclist Electric in vendita in edicola.