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Tappa

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Domenica 07
Maggio 2023

79,2 km
Dislivello 500 mt

Tappa adatta a: Principianti

Tudor Partenza tra

G ::

Chieti -

San Salvo

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CHIETI

Storia

Secondo una leggenda di origine seicentesca, la città sarebbe stata fondata nel 1181 a.C. dall’eroe Achille, che la chiamò Teate in onore della madre Teti. L’eroe omerico è rappresentato anche sullo stemma della città.

Secondo la leggenda riportata dallo storico Girolamo Nicolino, Chieti sarebbe fra le più antiche città d’Italia e d’Abruzzo. L’origine mitologica della città è riportata anche su una lapide presso il Municipio. Come dimostrano alcuni reperti conservati nel Museo Universitario di Scienze Biomediche, il territorio teatino fu abitato sin dall’epoca preistorica.

In tavola

Sono specialità culinarie teatine le sagne a pezze, i tajarìll fasciule e cotiche, la ‘ngrecciata e le pallotte cace e ove. Tra le specialità tradizionali della cucina italiana troviamo gli strozzapreti, i tagliolini, le frattaglie di maiale ‘ndocca a ‘ndocca, la carne di pecora, le trippe alla teramana e alla pennese, il cinghiale, il brodetto adriatico di pesce (scorfani, gamberi, polpi e rane pescatrici). Tra i dolci è tipica la cicerchiata teatina per il periodo natalizio.

Vini

Abruzzo DOC; Cerasuolo d’Abruzzo DOC; Colli del Sangro IGT; Colline Frentane IGT; Colline Teatine IGT; del Vastese o Histonium IGT; Montepulciano d’Abruzzo DOC; Montepulciano d’Abruzzo DOC sottozona Teate; Ortona DOC; Terre di Chieti IGT; Terre Tollesi o Tullum DOC; Trebbiano d’Abruzzo DOC; Villamagna DOC

Luoghi di interesse

Cattedrale di San Giustino , Chiesa di San Domenico degli scolopi, Chiesa di Sant’Agostino, Palazzo della Banca d’Italia, Palazzo Majo (o de’ Mayo), Palazzo del Convitto “Giovan Battista Vico”, Villa Frigerj; Fontana luminosa; Anfiteatro romano della Civitella; Torre del Duomo, Anfiteatro romano della Civitella.

Chieti vanta, oltre ai numerosi resti dell’antica civiltà romana, un’intera città sot-terranea situata proprio sotto l’attuale centro storico. Con lo scopo di soddisfare le esigenze della popolazione nell’antica Teate venne realizzato un complesso si-stema di cisterne collegate mediante cunicoli provvisti di fori di aerazione, che è ancora in parte integro, tanto che alcuni ambienti ipogei furono utilizzati come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale.

SAN SALVO

Panoramica

Per la sua naturale disposizione, la città di San Salvo fu per secoli la porta sud-orientale dell’Abruzzo. È una città di 19.963 abitanti situata a 100 m. sul livello del mare e a 4 km dall’Adriatico, sulle cui sponde si trova una spiaggia finissima sabbioso. San Salvo incarna diverse vocazioni. È una città del mare e delle vacanze estive all’insegna della Bandiera Blu.

È una città fluviale con il fiume Trigno ei suoi tesori botanici e naturali. È una città agricola, circondata da ulivi e ricoperta da coltivazioni specializzate. È una città di viaggio, con percorsi antichi e moderni: dal tratturo alla ciclabile, dall’autostrada al fondovalle, dalla ferrovia veloce alla gloriosa statale.

Un po’ a sorpresa è anche città di storia. La vicenda storica di San Salvo è, infatti, plurimillenaria, strettamente legata alla posizione geografica. Dopo la Preistoria, il suo territorio ha conosciuto la civiltà appenninica, intessuto rapporti con il mondo miceneo e greco (II/I millennio sec. a.C.) e ha visto affermarsi la civiltà italica (VI-III sec. a. C.). Con la romanizzazione della Frentania (III-I sec. a.C.), sull’attuale sito urbano, fu edificata una città dotata di ricche domus, di un acquedotto ipogeo e di terme, con un porto alla foce del Trigno attivo negli scambi (I sec a.C.-III sec. d.C.) con tutto il Mediterraneo.

L’alto Medioevo si è caratterizzato per l’insediamento di due monasteri benedettini: Sant’Angelo in Salavento e Santo Salvo (eponimo del paese); il basso Medioevo per quello dell’abbazia cistercense di San Vito del Trigno (XIII sec.), nella omonima pianura fluviale.

L’Ottocento e il primo Novecento hanno prodotto una lenta ma costante ripresa economica (basata su agricoltura e artigianato) e demografica che ha trovato il suo coronamento nella fase di intenso sviluppo del quarantennio 1961-2000.

Terminate le grandi lotte contadine (1950), gli insediamenti industriali della S.I.V. (1963, poi Pilkington) e Magneti Marelli (1973, poi Denso) insieme allo sviluppo dell’indotto industriale, del commercio, del turismo e dei servizi, hanno consentito un nuovo, intenso processo di urbanizzazione permettendo a San Salvo di diventare la cittadina a più veloce crescita demografica dell’Abruzzo.

La città di San Salvo si distingue da sempre per l’operosità e il dinamismo dei suoi abitanti.

Nell’ultimo decennio, gli scavi e le scoperte archeologiche hanno dato nuovo vigore a questo slancio attraverso la scoperta di un’identità storica prima sconosciuta. Tutto ciò ha impreziosito un’offerta turistica già ricca ed articolata, fatta di natura, storia, archeologia, enogastronomia, mare, svago e diporto nautico.

Gastronomia

Il territorio di San Salvo è ricco di prodotti genuini, che sono l’esito della millenaria eredità di sapienza contadina e pastorale, arricchita nel medioevo dalla grande tradizione agricola cistercense, qui portata dai monaci dell’abbazia dei Santi Vito e Salvo. Tra i tanti prodotti locali spicca l’olivo, che viene raccolto leggermente in anticipo rispetto alla piena maturazione per essere lavorato in giornata, in modo da conferire all’olio un profumo fruttato, bassa acidità e limpidezza.

Nell’ambito della ricca e variegata produzione ortofrutticola riveste particolare importanza quella delle pesche, esportate in tutta Europa.

Il vino vanta pregevoli produzioni IGP, quali lo Chardonnay della Provincia di Chieti, il Pecorino d’Abruzzo, il Sangiovese ed il Trebbiano d’Abruzzo, e DOC, quali il Cerasuolo ed il Montepulciano d’Abruzzo. San Salvo vanta una tradizione gastronomica di altissimo livello nella grande varietà di tipi di pasta fatta a mano, dolci ed insaccati: salsicce, salami, soppressate, capicolli e ventricine sono spesso fatti in casa, ma negli ultimi decenni si producono con successo anche a livello industriale.

Punti d'interesse

Il Parco Archeologico del Quadrilatero si trova nel cuore del centro storico di San Salvo. Coincide con il nucleo originario della città ed è un sistema di beni culturali offerti alla fruizione pubblica.

Nato in seguito alle indagini archeologiche effettuate a partire dal 1997 nell’area gravitante attorno a Piazza San Vitale, è costituito da siti d’interesse storico ed archeologico. Il Parco promuove la conoscenza del patrimonio storico archeologico di San Salvo ed organizza attività sui beni culturali in generale.

Agli ambienti espositivi, ai monumenti ed alle Isole Archeologiche si affiancano spazi idonei ad ospitare convegni, conferenze, dibattiti, concerti, laboratori artistici ed attività didattiche.

In esso si trova: il Museo Civico “Porta della Terra” che raccoglie e presenta alcuni dei reperti provenienti dal territorio di San Salvo, in particolare dall’area del Quadrilatero. I materiali esposti

sono stati selezionati in funzione di un percorso sotterraneo che procede a ritroso nel tempo, dal medioevo all’età arcaica (VI secolo a.C.), attraverso ambienti scanditi da murature medievali e romane.

Gli scavi hanno consentito di ricostruire le diverse fasi edilizie e l’organizzazione dell’insediamento monastico nel medioevo, quando il Quadrilatero assunse la sua forma definitiva, ancora oggi riconoscibile nel tessuto urbano del centro storico di San Salvo, precisamente al tempo dell’edificazione dell’abbazia cistercense dei Santi Vito e Salvo del Trigno, che alla fine del XIII secolo riformò una comunità benedettina presente nel sito almeno dal 1173.

Le indagini archeologiche hanno portato alla luce anche i resti di un abitato romano sorto nel I secolo d.C. e che raggiunse il suo massimo sviluppo nel III secolo d.C.

A questo periodo risalgono l’Acquedotto Romano Ipogeo, che tuttora alimenta la Fontana Vecchia , ed un grande ed articolato edificio con murature in opera incerta, pavimenti musivi, rivestimenti in marmo policromo ed intonaci affrescati.

Nell’ultima sezione del museo sono esposti i corredi di alcune sepolture di età arcaica rinvenute in via Galilei, nei pressi dello stadio. Si tratta di testimonianze preziose dell’occupazione stabile del terrazzo fluviale sul quale sorge San Salvo almeno dal VI secolo a.C., quando il sito, che domina per un lungo tratto la bassa valle del fiume Trigno, fu scelto dai Frentani per la posizione strategica e per la fertilità dei suoli.

Il Museo dell’Abbazia 3 raccoglie reperti e documenti riguardanti le presenze benedettine nell’Abruzzo meridionale, con particolare riferimento all’abbazia cistercense dei Santi Vito e Salvo.

Il Museo offre approfondimenti su alcuni aspetti della millenaria storia dell’ordine benedettino.

La fortunata scoperta di numerosi frammenti di vasellame durante gli scavi nel Parco ha consentito di rievocare la mensa dei monaci dell’abbazia dei Santi Vito e Salvo agli inizi del XIV secolo, con fedeli riproduzioni delle stoviglie d’epoca.

Nel Museo è conservata anche una copia fotografica della fonte documentaria più importante per la ricostruzione della storia medievale abruzzese: il Chronicon Casauriense, scritto attorno al 1140 nello scriptorium dell’abbazia benedettina di San Clemente a Casauria.

Nell’Isola Archeologica del Chiostro 4 sono visibili i resti di una domus romana e le fondazioni in calcestruzzo del pozzo monumentale che si trovava al centro del chiostro dell’abbazia.

La chiesa di San Giuseppe 5 nel medioevo è stata la chiesa del monastero benedettino di San Salvo (XII secolo) e poi dell’abbazia cistercense dei Santi Vito e Salvo (fine XIII secolo), fino al XV secolo, quando i monaci abbandonarono l’insediamento.

Da allora numerosi rimaneggiamenti ne hanno stravolto l’aspetto originario, ma la parete esterna settentrionale mostra ancora le murature medievali sulle quali si aprono due finestre monofore in pietra calcarea murate in età moderna.

L’Isola Archeologica del Mosaico Romano 6 deve il suo nome al pregevole mosaico pavimentale policromo scoperto

nel 2002.

La parte settentrionale del tappeto musivo è costituita da una cornice di tralci di vite che fuoriescono da quattro eleganti cantari e al cui centro doveva trovarsi l’emblema figurato, purtroppo andato perduto.

La parte meridionale del mosaico è scandita da tappeti campiti da motivi geometrici, alcuni dei quali alternano i colori secondo schemi modulari.

La Villa Comunale 8 è il luogo di ritrovo per eccellenza della comunità locale. Qui si tessono le relazioni sociali, i bambini giocano ed i turisti si sentono accolti, grazie alle aree attrezzate per i giochi, la pista ciclabile, l’area dei servizi e le suggestive sculture di recente realizzazione.

La fontana “Forze Emergenti”, meglio nota come Fontana di Vetro, è una scultura architettonica composta da quattro vasche sovrastate da una complessa articolazione geometrica di elementi scultorei in vetro.

La Fontana, che può essere attraversata dal visitatore, è un vero e proprio museo aperto ed illustra le fasi del processo di lavorazione del vetro, la cui produzione è alla base delle trasformazioni socio-economiche della comunità locale dagli anni sessanta ad oggi.

La dinamica composizione de “L’Aquilone” I completa il messaggio della Fontana sottolineandone gli aspetti legati al futuro di progresso verso il quale la città si sente proiettata.

Il Centro Culturale “A. Moro” 9 ospita la Biblioteca della città, l’auditorium, la sala del teatro e del cinema ed una sala di registrazione, progettato dall’architetto Giovanni Di Domenico.

Il Lungomare Cristoforo Colombo, lungo quasi 2,5 Km, è il luogo ideale per passeggiate rilassanti, accarezzati dalla gradevole e profumata brezza marina.

Numerose, inoltre, le possibilità di compiere interessanti escursioni senza allontanarsi troppo dal luogo di villeggiatura. Per tutto l’anno è attivo il Porto Turistico, inaugurato nel 2008 per rispondere alla crescente domanda della marineria da diporto locale. Oggi offre servizi di alto profilo che attirano un numero sempre crescente di turisti.

Oltre al relax, allo svago e al divertimento, la spiaggia di San Salvo offre la possibilità di scoprire realtà naturalistiche ed ambientali di pregio, che sono oggi finalmente tutelate, per la loro ricca e caratteristica vegetazione spontanea costiera, dal Giardino Botanico Mediterraneo.

L’antico tracciato del Regio Tratturo L’Aquila-Foggia, che per millenni è stato calpestato dai pastori e dalle greggi che si spostavano stagionalmente tra le montagne abruzzesi e la pianura della Capitanata pugliese, è oggi ripercorribile sulla bella Pista Ciclabile, che attraversa l’intero tratto di costa sansalvese all’ombra della pineta e si ricollega con le piste dei comuni limitrofi.

Il Porto turistico “Le Marinelle” si trova nell’estremità sud della Marina. È una struttura all’avanguardia, capace di ospitare duecento imbarcazioni lunghe fino a 20 m ed offrire servizi di ristorazione, alloggio e noleggio natanti. Dal porto si possono effettuare interessanti escursioni costeggiando verso nord il tratto meridionale del Parco Nazionale della Costa Teatina.

Dal mare si ammirano l’ampia spiaggia sabbiosa ed il Giardino Botanico di San Salvo, i lunghi tratti di costa con le tipiche formazioni dunali, l’arenile di Vasto, che lascia infine il posto ad una meravigliosa scogliera articolata in promontori e cale. Doppiando Punta Penna ci si trova nel cuore della Riserva Regionale Naturale Punta Aderci, per ammirare l’arenile con il suo sistema dunale in formazione e le spiagge di ciottoli incorniciate da una lussureggiante vegetazione mediterranea.

Il porto turistico di San Salvo è in una posizione strategica anche per escursioni in altre direzioni: dista 10 miglia nautiche da Termoli, 25 nm da Lesina, 30 nm dall’Arcipelago delle Tremiti, 50 nm da Rodi Garganico, 55 nm da Peschici, tra i 70 e le 100 nm dalle principali località turistiche della Croazia.

Il Giardino Botanico Mediterraneo 12 tutela e valorizza un’ampia area di dune e stagni compresi tra la spiaggia ed il Regio Tratturo L’Aquila-Foggia. Visitarlo significa scoprire com’erano le spiagge sabbiose dell’Adriatico fino a pochi decenni fa, prima dell’avvento del turismo balneare di massa.

Nato da un intervento di “restauro” ispirato a criteri rigorosamente scientifici, è oggi uno dei rari giardini dunali italiani, nonché uno dei pochi giardini botanici in cui sono state reintrodotte rare specie botaniche ormai estinte lungo la costa adriatica. L’area retrodunale ospita la tipica vegetazione degli ambienti umidi degli stagni, che attira molte specie di anfibi, testuggini d’acqua dolce ed uccelli.

È presente, infine, un ambiente con i tipici arbusti sempreverdi (ginepro, lentisco, rosmarino, alloro), tipici della macchia bassa, ed alberi quali il leccio ed il pino. Il Giardino permette di conoscere queste caratteristiche tramite l’osservazione diretta di questo habitat, anche organizzando specifiche attività. Ospita l’Osservatorio del Mare, lo Stagno Didattico ed un centro di recupero, pronto soccorso e studio della tartaruga marina e della testuggine palustre.

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