Il monte Bondone si tinge di rosa. Visti dalla cima, Francesco Moser e i suoi gregari sono piccoli punti colorati che diventano a mano a mano sempre più grandi. I 38 tornanti per 18 chilometri e 1.476 metri di dislivello positivo che separano la città di Trento dalla vetta sono una lunga, infinta scala a chiocciola che loro salgono con la lentezza tipica dei ciclisti in salita. Paiono un mondo visto al ralenti, ancor più pensando che queste curve hanno ospitato la più lunga, famosa e longeva corsa automobilistica in salita italiana, la Trento-Bondone, appunto, che ha visto corridori del calibro di Giulio Cabianca, Wolfgang von Trips, Ludovico Scarfiotti e Mauro Nesti sfidarsi al centesimo di secondo e vincere.
Tempi più rarefatti, oggi, nonostante le bici siano a pedalata assistita, quindi dotate, anche loro, di un motore. È la Enel E-Bike Experience by Giro-E, il primo e unico Grande Giro disputato con le e-road, bici da corsa a pedalata assistita. Promossa da Enel, i ciclisti indossavano la Maglia Rosa simbolo del Giro d’Italia, di cui il colosso italiano dell’energia è lo sponsor. Ha colorato il sabato mattina del Festival dello Sport di Trentoorganizzato da La Gazzetta dello Sport. Al via, con le Bianchi Aria e-road protagoniste del Giro-E, una dozzina di imprenditori e campioni di vari sport, tra cui Francesco Moser, il più vincente ciclista italiano di strada di tutti i tempi, che è tornato sulla salita di casa, una delle salite simbolo del ciclismo che lui ha percorso molte volte, anche in gara.
“La bici elettrica è una grande invenzione”, ha commentato Francesco Moser. “Di queste persone che sono salite con me sul Bondone oggi, senza bici elettrica nessuno sarebbe potuto venire. Con la bici elettrica puoi divertirti anche senza allenamento, ma soprattutto puoi pedalare. Io sostengo da tempo che alternare la bici elettrica con la bici muscolare è molto allenante, perché fai tanta agilità e impari a pedalare costante: la bici elettrica è una bella scuola”.
Tra le bandiere dello sport in sella oggi, l’ex nuotatore Massimiliano Rosolino, campione olimpico e mondiale nei 200 metri misti. “La bici da corsa mi piace, ne ho più di una”, ha detto. “L’ho scoperta grazie al triathlon, che pratico. È un mondo meraviglioso. La prima pedalata con una bici da corsa l’ho fatta a Sharm el-Sheikh a un evento per triatleti, e adesso quando partiamo per le vacanze deve entrare anche la bici in macchina, oltre il cane. A casa ho una postazione con i rulli e all’ingresso c’è la mia bici da corsa, tutta nera, che guai chi la tocca. Non mi fa paura il dislivello, anche se non sono un amante dell’over 10 per cento, perché la stazza di 90 chili in salita si fa sentire, però non mi tiro mai indietro. Il motore certo aiuta, e oggi ne ho avuto la riprova! L’e-bike permettono a chi ha passione di macinare qualche chilometro in più, e se non fai qualche chilometro in più in bici non ti diverti. Stressi meno le articolazioni e il cuore e stai al passo con chi è più allenato. Per quanto riguarda la mobilità urbana, quella che serve è e-bike con un’autonomia di 50 chilometri sulla quale si possa pedalare vestiti dignitosamente”.
Un altro “peso massimo” (94 chilogrammi, come ai tempi della vittoria della Coppa del mondo di slalom speciale – 2006 – e di tre medaglie iridate) è l’ex sciatore Giorgio Rocca, che se in salita ha faticato un po’, in discesa (giunti alla sommità del Bondone, il percorso prevedeva il ritorno a Trento per un totale di 55 chilometri) ha dato del filo da torcere a tutti. “La bici da corsa la utilizzavo sporadicamente, d’estate, per allenarmi”, ha raccontato Rocca. “La mountain bike l’ho usata molto di più, perché è molto più simile allo sci: sentieri, equilibrio, destrezza. Per tutta la vita ho avuto a che fare con la velocità, che è ciò attorno a cui ruota il mio sport. Anche la bici è velocità, soprattutto in discesa. Lì i non ho paura, mi butto giù. È simile allo sci: devi studiare le traiettorie, trovare le linee migliori, percorrere le curve il più velocemente possibile senza frenare. Quando non mi muovo in automobile mi sposto in bici. Già oggi sto usando molto l’e-bike, sia in montagna, a Livigno, sia in città, a Lugano. La bici prenderà il sopravvento sulle auto, almeno in città. Mi piacciono le due ruote, anche la moto, tutto ciò che ha poco equilibrio. Da ragazzino i miei genitori mi vietarono la moto perché era pericolosa, quando facevo sport lo stesso, adesso posso togliermi lo sfizio”.